La Grotta degli schiavi: miti e leggende del Monte Conero

09/11/15
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ANCONA  /  PORTONOVO  /  SIROLO

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La grotta degli Schiavi è uno dei luoghi più leggendari del Monte Conero.

Avvolta dal mistero è sicuramente esistita fino ai primi anni ’30, periodo in cui venne occlusa da una frana provocata probabilmente dalle esplosioni causate dai lavori dei cavatori di pietra.

In origine questa grotta marina, che si trovava leggermente a nord rispetto allo scoglio delle Due Sorelle, era particolarmente lunga (circa 70 metri). Dotata di due aperture a nord e ad est, una delle quali accessibile anche con la barca, presentava all’interno una spiaggia di ghiaia.

Il maestro d’ascia Oddo Stecconi, una delle memorie storiche della Riviera del Conero, deceduto nel 2014, raccontava che, da piccolo, era solito andare con il babbo in barca all’interno della grotta. Una volta dentro, il padre con il coltello praticava dei tagli alla parete rocciosa. Dalla roccia sgorgava acqua fresca che si poteva bere.

Questa curiosità è confermata anche dalle memorie dell’Ing. Francesco De Bosis che,nel 1861, riferendosi alla Grotta degli Schiavi scrive “…le pareti scabre e piene di prominenze, la volta maestosa ed ineguale, dalla quale stillano a goccia a goccia le acque filtrate.”

L’origine del nome: miti e leggende della Grotta degli Schiavi

Sul perché del nome si sono fatte molte ipotesi. La più accreditata racconta di come la grotta venisse utilizzata come rifugio dai pirati schiavoni (provenienti dai balcani), che imperversavano in quel tratto del mare Adriatico.

Il mito racconta di come i pirati utilizzassero anche la grotta per nascondervi i prigionieri, i quali venivano incatenati ad anelli posti nella roccia. Questi anelli sarebbero ancora visibili nella grotta, qualora si riuscisse a ritrovarne l’ingresso e a liberarlo dalla frana. In tal senso, una leggenda narra di una principessa rapita dai pirati, nascosta nella grotta e mai liberata, le cui lacrime avrebbero originato una sorgente all’interno della grotta stessa.

Un’altra leggenda racconta di come la grotta altro non sarebbe se non la stanza del tesoro in fondo al famigerato Buco del Diavolo sul Monte Conero, il cui mito potete trovare sempre sul nostro sito (leggi: il Buco del Diavolo sul Monte Conero).

L’ultima leggenda, ancora più singolare, vedrebbe infine come protagonista una perfida Sirena, che attirava con il suo canto i marinai fin dentro alla grotta per ridurli in schiavitù. Alleato della Sirena era un Demone che sarà poi sconfitto e trasformato in roccia, la quale spaccandosi in due parti, genererà lo scoglio delle Due Sorelle.

La grotta del Schiavi alimenta da sempre l’immaginazione di turisti e locali in visita nella Riviera del Conero. Ad ogni modo, passando con la barca nel luogo in cui avrebbe dovuto sorgere uno degli ingressi, drizzate le orecchie: potreste sentire i lamenti e i rumori delle catene degli spiriti dei prigionieri!

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