Nel cuore del natìo borgo selvaggio di leopardiana memoria, l’arte continua a illuminare le vie, questa volta con una forma espressiva che celebra la lentezza: la xilografia. Una tecnica nata nel Quattrocento che rivoluziona il concetto stesso di creazione artistica, invece di aggiungere elementi, la xilografia consiste nel togliere materia, dando vita a opere frutto di rigore, precisione e pazienza. Una pratica che, nel corso dei secoli, ha affascinato persino Gabriele D’Annunzio.
Aurora Guazzaroni, giovane marchigiana appassionata di arte e letteratura, ha scelto questa tecnica per Novantatré, una mostra dedicata all’omonimo romanzo, ultima opera dello scrittore francese Victor Hugo, che racconta il Terrore e le Guerre di Vandea durante la Rivoluzione francese. L’artista non intende riprodurre o illustrare la trama nella sua interezza, ma proporre una lettura nuova, valorizzando i contrasti morali, la lotta tra luce e ombra che attraversa l’opera e la potente energia drammatica che scaturisce dalle pagine.
«Ho scelto la xilografia e il bianco e nero come metafora di dilemmi radicali, segnando in maniera netta le contraddizioni umane dei protagonisti», ha dichiarato l’autrice. La mostra, visitabile fino al 6 gennaio 2026 presso la Piccola Libreria delle Marche di Recanati, rappresenta una tappa imperdibile per chi desidera scoprire come il talento dei giovani artisti possa diventare protagonista della scena culturale marchigiana.