Quando Stalin passò da Ancona

04/06/19
CONSIGLI E CURIOSITÀ  /  CULTURA

ANCONA

DESCRIZIONE
Quando "baffò" arrivò per davvero...

Esistono storie talmente straordinarie da divenire leggende. Questa particolare vicenda venne raccontata dallo storico portiere di giorno dell'ormai abbandonato Hotel Roma e Pace di Ancona, Paolo Pallotta.

Tutto ebbe inizio durante una fredda giornata invernale del 1907, nella hall dell'albergo si presentava un giovane ragazzo georgiano dagli occhi di ghiaccio, gli abiti logori mostravano il lungo viaggio che aveva dovuto affrontare in una nave cargo proveniente da Odessa.

Il suo nome era Iosif Vissarionovič Džugašvili, per gli amici Koba, successivamente noto alla storia con il nome di Josif Stalin. Questo giovane ragazzo, timido con una barba rada e dei folti baffi neri, stava cercando lavoro e chiese se poteva collaborare come portiere di notte.

Alcune informazioni raccolte dal Dott. Salinari, medico e docente universitario, il ragazzo era in fuga dal regime zarista, in quanto avrebbe rapinato un portavalori dello Zar, pratica non accettata nemmeno dai rivoluzionari bolscevichi. Stalin per sfuggire alle conseguenze allora decise di raggiungere la Svizzera dove Lenin stava scontando il suo esilio, facendo prima tappa ad Ancona, poi a Venezia.

La sua permanenza nel capoluogo dorico durò poche settimane, l'unica traccia del suo passaggio è una lapide commemorativa all'interno dell'hotel, comprata da un anonimo collezionista. Successivamente si diresse a Venezia, dove fece il campanaro per il Convento di San Lazzaro degli Armenti, anche questa esperienza durò poco, in quanto la veemenza con cui il giovane Stalin (noto anche come Bepi del Giasso, Giuseppe dal freddo in dialetto veneto) suonava le campane era eccessiva.

Perfino il mondo dei fumetti è a conoscenza di questa particolare storia, infatti ne "La casa dorata di Samarcanda" di Corto Maltese, celebre opera di Hugo Pratt, il protagonista, intento nella ricerca del tesoro di Alessandro Magno, viene catturato dai bolscevichi e condannato a morte. Per salvarsi dall'esecuzione il marinaio telefona al celebre "portiere di notte" ricordandogli i tempi passati nella città di Ancona.

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