Tatuaggi e Loreto, sacro e profano si incontrano

FROM 03/31/18 TO 05/10/18
HISTORY, ART AND CULTURE

LORETO

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I tatuaggi nel mondo moderno sono costituiti da animali, frasi e simboli, molte persone ricorrono a questa arte per marchiare in maniera più o meno indelebile, precisi momenti della loro vita. Si è sempre sostenuto che questa pratica sia da riferirsi ad antiche tribù poco civilizzate, ove il marchio impresso costituisca un significato di leadership.

Forse non tutti sanno che il tatuaggio è anche un fenomeno nostrano, come dimostra la mummia del Similaun (comunemente chiamato Otzi), si ritiene infatti che egli sia il primo essere umano tatuato di cui l’umanità abbia memoria. Nel suo corpo sono stati rinvenuti ben 61 tatuaggi. Certo è il fatto che la tecnica non sia la medesima dei giorni nostri, infatti non si usavano gli aghi, ma si praticavano dei piccoli tagli sulla pelle, ricoperti successivamente da del carbone vegetale per ottenere l’immagine finita.

Da ciò si può desumere che la pratica di tatuarsi era comune anche nel Belpaese e non solo in remoti villaggi aborigeni. Nei secoli, quest’azione ebbe diversi scopi, quello che trattiamo oggi è strettamente legato all’ambito religioso.

Durante le Crociate, i soldati erano soliti farsi tatuare croci o altri simboli sacri, al fine di poter ricevere una degna sepoltura in terra consacrata in caso di morte tra i cosiddetti “infedeli”. In realtà l’uso dei tatuaggi venne abolito sin dal 787 con una Bolla di Papa Adriano I, si susseguirono altre comunicazioni della Curia al fine di vietare tale pratica, nonostante ciò i luoghi dove erano maggiormente eseguiti i tatuaggi erano proprio i luoghi di pellegrinaggio. Era usanza d’altronde terminare questi percorsi di fede con dei segni indelebili, e proprio nella città Mariana di Loreto (AN) questo costume divenne imprescindibile.

Il Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, ancora conserva le tavolette di bosso usate per i tatuaggi, quelle ospitate all’interno del museo, risalgono al 16esimo secolo. La pratica di marchiare sul proprio corpo delle immagini sacre, si protrasse fino al 1871, quando il Consiglio Comunale di Loreto proibì la continuazione di tale usanza, nonostante tutto, l’opera dei “tatuatori” continuò clandestinamente fino ai primi decenni del Novecento.

Ma come avveniva questa procedura arcaica? I marcatori (probabilmente calzolai) tenevano nelle loro botteghe delle tavolette intagliate di legno di bosso come stampi, dell’inchiostro turchino ed un particolare pennino a tre punte. Come primo passo il marcatore riportava la figura sulla pelle del fedele (in genere si utilizzavano mani e polsi), bucherellava i contorni della figura con il particolare pennino ed infine spalmava l’inchiostro nelle ferite aperte, facendo attenzione che l’inchiostro penetrasse correttamente.

Le figure maggiormente scelte erano quelle della Madonna di Loreto e del Crocifisso di Sirolo (luogo dove il pellegrinaggio si concludeva, da qui la frase “Chi va a Loreto e non va a Sirolo, vede la Madre e non il Figliolo”). Anche simboli di natura profana venivano impressi nella pelle dei pellegrini, come ancore e cuori.

L’inaugurazione dell’evento si terrà Sabato 31 Marzo 2018 dalle ore 16:00, sarà possibile visitare la mostra della collezione privata di JONA TATTOO ART di Jonatal Carducci, tatuatore classe ’77 di Tolentino, fino al 10 giugno.

La mostra rispetterà i seguenti orari:

Sabato e Festivi 10:00 – 12:30 16:30 – 19:30

Feriali 16:30 – 19:30

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